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Un giorno a Taranto

Taranto

Figlia di una storia antichissima che va dai primi coloni spartani alla realizzazione del più grande polo siderurgico d'Europa, la Città dei Due Mari si apre al visitatore come uno scrigno contenente preziosi gioielli e misteri che si perdono in un passato che riesce ancora ad evocare miti e leggende.


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immagine della tappa a La Chiesa di San Domenico ed il Duomo - Taranto

Immagine di La Chiesa di San Domenico ed il Duomo - Taranto L'itinerario inizia nel Borgo Vecchio della città, sull'isola che separa il Mar Piccolo dal Mar Grande. Visitiamo la Chiesa di San Domenico Maggiore edificata nel 1302 sui resti della chiesa bizantina di San Pietro Imperiale, dove sorgeva in precedenza un tempio greco di Età Arcaica. La facciata romanica è arricchita da una scalinata settecentesca costruita per collegare Via Duomo alla parte bassa dell'isola. L'interno ampio e luminoso, a tre navate coperte da un soffitto a capriate lignee è arricchito nelle navatelle laterali da una serie di cappelle che ospitano gli altari tra Sei e Settecento dalle confraternite che avevano in San Domenico la propria sede.
Continuando su Via Duomo si giunge alla Cattedrale di San Cataldo. Realizzata dai Bizantini nel X secolo, venne rimaneggiata e ampliata in quello successivo, in modo che il braccio longitudinale divenne il transetto della basilica, tagliato dalle navate laterali. La facciata attuale fu realizzata dall'architetto leccese Mauro Manieri nel 1713. All'interno si trova l'imponente “cappellone” di San Cataldo. Di forma ellittica, preceduto da un vestibolo quadrangolare, ospita sotto l'altare le reliquie del santo titolare ed è riccamente decorato con tarsie marmoree policrome, un grandioso affresco nella cupola che raffigura i miracoli di San Cataldo e dieci statue di santi in marmo di carrara installate in altrettante nicchie lungo le pareti.
Annesso al Duomo è il grandioso Palazzo Vescovile, probabilmente originario dell'XI secolo, ma più volte rimaneggiato ed ampliato nel corso dei secoli, tanto che oggi presenta una struttura complessa costituita da diversi corpi di fabbrica. La struttura quadrangolare è impostata attorno a un cortile interno con uno scalone monumentale che conduce ai piani superiori dove gli ambienti sono impreziositi da affreschi e ricchi arredi. Degno di nota è il Salone dei Vescovi che ospita una galleria di ritratti dei religiosi che si sono avvicendati alla guida dell'Arcidiocesi.

immagine della tappa b Piazza Castello - Taranto

Immagine di Piazza Castello - Taranto Al termine di Via Duomo, sul lato del canale navigabile, si trovano i resti dell'edificio di culto più antico della Magna Grecia: il Tempio Dorico (o di Poseidone). Dell'antica costruzione restano ormai due colonne doriche più alcuni rocchi e una base. I ruderi, che furono inglobati in altri edifici, sono andati dispersi. I manufatti superstiti vengono fatti risalire al V secolo a.C., ma lo studio degli scavi archeologici fa pensare alla presenza di un tempio realizzato dai primi coloni spartani nell'VIII secolo a.C. L'area sacra dell'Acropoli fu abbandonata nel III sec. a.C. con la conquista romana della città, ma venne utilizzata per altri scopi nei secoli successivi. L'archeologo Luigi Viola nell'Ottocento attribuì il tempio al culto di Poseidone, ma pare molto più probabile che sia stato in relazione con altre divinità femminili come Artemide, Persefone o Hera.
Proseguiamo con al visita al Castello Aragonese fatto progettare alla fine del Quattrocento da Ferdinando II d'Argona a Francesco di Giorgio Martini per  adeguare la precedente fortezza bizantina alle moderne necessità militari dovute all'invenzione delle armi da fuoco. Le alte torri medievali, utili ad una difesa piombante con caditoie per massi o liquidi bollenti e strette feritoie per gli arcieri, furono sostituite da torrioni rotondi bassi e massicci, che potessero resistere ai colpi di cannone e dotate di rampe e aperture per le bocche da fuoco.

immagine della tappa c Corso due Mari e Chiesa di San Pasquale Baylon - Taranto

Immagine di Corso due Mari e Chiesa di San Pasquale Baylon - Taranto Attraversando il famoso ponte girevole, posto all'imbocco del canale navigabile, si giunge su Corso due Mari, il maggiore di Taranto. Da qui si può godere un'ampia panoramica sulla facciata del Castello. Spostandosi all'angolo Nord è possibile fare una piacevole sosta sul belvedere dal quale ammirare lo splendido panorama del porto interno e del Mar Piccolo, delimitato dallo skyline della città. Imboccando Corso Umberto I si raggiunge la Chiesa di San Pasquale Baylon, fortemente voluta e realizzata, nonostante le difficoltà, dai frati Alcantarini nella seconda metà del Settecento. Il vecchio convento ospita oggi il Museo Archeologico Nazionale, uno dei più importanti in Europa riguardo alle testimonianze di Età Classica. La chiesa è l'unico edificio rimasto ai frati dopo le soppressioni post-risorgimentali. La facciata attuale fu realizzata nel 1936 secondo i dettami dello stile neomonumentale fascista che, a sua volta, si richiamava a influenze neoclassiche che la fanno ben sposare con l'interno settecentesco a tre navate. Oggi la Chiesa di San Pasquale è officiata dai frati minori. Prendendo Via Pitagora l'itinerario tarantino si conclude presso la Villa comunale Peripato, polmone verde della città, rigogliosa di una vegetazione esotica e lussureggiante. La villa fu impiantata subito dopo l'Unità d’Italia dalla famiglia Beaumont e passò al comune nel 1913.

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